
Dove non batte mai il sole
da "Tempo reale", il blog di Vittorio Zucconi su repubblica.it - post del 15/12/2009
Forse bisognerebbe piantarla con queste stronzate su Internet come untore di epidemie mentali e diffusore di virus sovversivi, che periodicamente riaffiorano come l’herpes. Questo blog – tenuto aperto e con un minimo di disinfestazione – dimostra che di imbecilli, provocatori e spargi cazzate gratutite e insolenti il mondo abbonda, ma se qualcuno si prendesse la briga di consultare i cataloghi delle librerie e delle biblioteche, si accorgerebbe che non c’è stato bisogno di Internet per diffondere il Manifesto dei Comunisti, il Mein Kampf di Hitler e altri scritti che hanno cambiato, in peggio o in meglio, il mondo, come le tesi di Martin Lutero (per favore, capite il senso, non sto paragonando i cristiani riformati ai nazisti o ai comunisti), o il Corano (idem). Le peggiori tragedie umane, le stragi più oscene, le tirannidi più truculente non hanno avuto bisogno dei blog e dei social network per diffondersi o per organizzare olocausti e genocidi, e neppure della televisione, per avverarsi. Al contrario, con un po’ meno di reazione riflessa (kneejerk reaction, in inglisc, come il riflesso del ginocchio battuto dal martelletto del medico) si potrebbe arguire che è vero l’opposto, che l’areazione dei peggiori sentimenti e degli umori più fetidi che albergano nella pancia della società tende, semmai, a funzionare da disinfettante. E’ dove non batte mai il sole e non passa l’aria che si sviluppano, nel buio e in assenza di ossigeno, le infezioni più micidiali.
da "Tempo reale", il blog di Vittorio Zucconi su repubblica.it - post del 15/12/2009
Forse bisognerebbe piantarla con queste stronzate su Internet come untore di epidemie mentali e diffusore di virus sovversivi, che periodicamente riaffiorano come l’herpes. Questo blog – tenuto aperto e con un minimo di disinfestazione – dimostra che di imbecilli, provocatori e spargi cazzate gratutite e insolenti il mondo abbonda, ma se qualcuno si prendesse la briga di consultare i cataloghi delle librerie e delle biblioteche, si accorgerebbe che non c’è stato bisogno di Internet per diffondere il Manifesto dei Comunisti, il Mein Kampf di Hitler e altri scritti che hanno cambiato, in peggio o in meglio, il mondo, come le tesi di Martin Lutero (per favore, capite il senso, non sto paragonando i cristiani riformati ai nazisti o ai comunisti), o il Corano (idem). Le peggiori tragedie umane, le stragi più oscene, le tirannidi più truculente non hanno avuto bisogno dei blog e dei social network per diffondersi o per organizzare olocausti e genocidi, e neppure della televisione, per avverarsi. Al contrario, con un po’ meno di reazione riflessa (kneejerk reaction, in inglisc, come il riflesso del ginocchio battuto dal martelletto del medico) si potrebbe arguire che è vero l’opposto, che l’areazione dei peggiori sentimenti e degli umori più fetidi che albergano nella pancia della società tende, semmai, a funzionare da disinfettante. E’ dove non batte mai il sole e non passa l’aria che si sviluppano, nel buio e in assenza di ossigeno, le infezioni più micidiali.
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Cambiamenti di clima
da "Tempo reale", il blog di Vittorio Zucconi su repubblica.it - post del 15/12/2009
Chi di noi ricorda, per averli vissuti personalmente come li vissi io che quella mattina dovetti andare in via Fani per “La Stampa”, i 55 giorni del rapimento, della prigionia e dell’assassinio di Aldo Moro, o le ore strazianti dell’agonia del mio allora vice direttore Casalegno a Torino, dovrebbe segnalare agli esagitati commentatori e ai cinici strumentalizzatori di queste ore, che avventurarsi in paragoni con gli anni ‘70 è, prima che falso, criminale. Chi non c’era, potrebbe credere che esista davvero un parallelo fra quanto è accaduto domenica in Piazza del Duomo a Milano e quanto accadde nella primavera del 1978 o nei giorni in cui si accendeva la radio ogni giorno per sapere chi fosse stato gambizzato, rapito o fatto secco. Chi c’era e sostiene che viviamo un clima da anni ‘70, non soltanto mente sapendo di mentire, ma insulta la memoria di uno statista tormentato e autentico come Aldo Moro.
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