sabato 4 aprile 2009

Nuovi frammenti...

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Altri frammenti di Tocqueville, un autore di cui non posso più fare a meno...

Libertà di stampa

"Confesso di non provare per la libertà di stampa quel trasporto immediato e completo che ispirano le cose sovranamente buone per natura: l'apprezzo in considerazione dei danni che evita assai più che pei benefici che apporta. Se mi si mostrasse, tra la completa indipendenza e il totale asservimento del pensiero, una posizione intermedia cui fosse possibile restar legati, forse l'accetterei . Ma chi scoprirà mai questo punto intermedio?"

"In un paese in cui domina il dogma della sovranità popolare, la censura è non soltanto un pericolo ma una grande assurdità. Quando, infatti, si concede a tutti il diritto di governare la società, bisogna pur riconoscere ad ognuno la capacità di scegliere tra le diverse opinioni che agitano i suoi contemporanei e di valutarne in piena indipendenza i diversi fatti, la cui conoscenza può guidarlo nelle sue scelte. La sovranità popolare e la libertà di stampa sono, dunque, due cose solidamente intrecciate; la censura e il suffragio universale sono, invece, in puntuale contrasto tra loro e non possono durare entrambe per lungo tempo nelle istituzioni politiche di uno stesso popolo. Tra i dodici milioni di uomini che vivono negli Stati Uniti, non ve n'è stato uno solo che abbia mai proposto di abolire la libertà di stampa."

"Per poter agire efficacemente sulla stampa bisognerebbe (...) trovare una magistratura che non solo fosse devota all'ordine esistente, ma che potese anche porsi al di sopra dei contrasti di opinione che si agitano intorno; una magistratura che giudicasse senza pubblicità, emettendo delle sentenze senza motivarle e colpisse l'intenzione più che l'espressione. Ma chiunque avesse il potere di creare e di mantenere in vita una simile magistratura, perderebbe il suo tempo a colpire la libertà di stampa, poichè egli sarebbe già signore assoluto e potrebbe sbarazzarsi dei giornalisti prima ancora che dei loro scritti. In materia di stampa non v'è, dunque, un punto intermedio tra la servitù e la licenza: per beneficiare dei beni inestimabili che la libertà di stampa garantisce bisogna saper sopportare i mali inevitabili che essa fa nascere. Cercar di ottenere gli uni evitando gli altri significa abbandonarsi ad una di quelle illusioni in cui si cullano d'abitudine le nazioni malate, allorchè stanche di lotte ed esaurite per gli sforzi, cercano il mezzo di far coesistere, sullo stesso territorio, opinioni nemiche e princìpi in contrasto."

"E' un assioma di scienza politica presso gli americani che il solo mezzo efficace di neutralizzare gli effetti dannosi della libertà di stampa consiste nel moltiplicare il numero dei giornali: e non riesco ad immaginare come una verità così evidente non sia ancora penetrata tra noi. "

Associazionismo

"La prima volta che udii che centomila americani s'erano impegnati pubblicamente a non far uso di liquori forti, la cosa mi parve piuttosto ridicola che seria, e non compresi subito perchè quei cittadini così temperati non si contentassero di bere acqua, tranquillamente, in famiglia. Ho compreso, poi, che quei centomila americani, turbati dai progressi che faceva la ubriachezza nel loro paese, avevano voluto accordare una sorta di patronato pubblico alla sobrietà. Essi avevano agito esattamente come un grande signore che vestisse molto semplicemente per ispirare a cittadini meno elevati di lui lo spregio del lusso. Si può esser certi che se quei centomila uomini fossero stati francesi, ognuno di essi si sarebbe rivolto individualmente al governo per esortarlo a sorvegliare le osterie su tutto il territorio nazionale."

"La scienza dell' associazione è la più importante di tutte le discipline sociali presso i popoli democratici: il progresso di tutte la altre dipende, infatti, dai suoi progressi."

"(...) la libertà di associazione, è diventata ai giorni nostri una garanzia necessaria contro la tirannide della maggioranza. In America, quando un partito è diventato dominante, tutto il potere è concentrato nelle sue mani, i suoi uomini occupano tutte le funzioni pubbliche e dispongono di tutte le forze organizzate. Le personalità più eminenti del partito d'opposizione non possono superare la barriera che li separa dal potere e devono perciò stabilirsi come una forza al di fuori della cittadella governativa, opponendo tutto il loro peso morale alla forza materiale che potrebbe opprimerli.
(...)
E qui mi vien fatto di ripetere ciò che ho già detto a proposito delle libertà locali: sono i paesi democratici quelli in cui l'associazionismo è più necessario per impedire il dispotismo dei partiti o l'arbitrio di un singolo. Nei paesi aristocratici i corpi intermedi formano delle associazioni naturali, che si oppongono agli abusi del potere. Là dove simili associazioni non esistono, se i cittadini non possono dar vita artificialmente e per un certo tempo a qualcosa che rassomigli ad esse, non v'è più limite ad ogni sorta di tirannidi, e un gran popolo può essere oppresso impunemente da un pugno di faziosi o da un sol uomo."

Pregi e difetti della democrazia

"I difetti e le debolezze di un regime democratico si scorgono senza fatica e si dimostrano con fatti evidenti, mentre la sua benefica influenza si esercita insensibilmente e quasi occultamente. Le sue manchevolezze colpiscono subito, le sue qualità si scoprono solo dopo molto tempo. Così le leggi della democrazia americana sono spesso difettose o incomplete, violano a volte diritti acquisiti o ne sanciscono di pericolosi, e anche se fossero perfette, la loro frequenza sarebbe, da sola, un grave danno: tutto ciò si comprende a prima vista. Come e perchè, allora le repubblice americane si mantengono e prosperano?
(...)
L' aristocrazia infatti è infinitamente più abile nella scienza legislativa: padrona di se stessa, non soggetta a scalmane transitorie, concepisce vasti disegni, che sa maturare fino a quando non si presenti l'occasione propizia; finalmente, essa conosce l'arcana sapienza di far convergere la forza collettiva delle sue leggi, nello stesso momento, verso il medesimo fine. Il regime democratico è incapace di tutto ciò e la sua legislazione è quasi sempre, come s'è detto, difettosa o intempestiva.(...)
Il fine che si propone il regime democratico è però più utile. Perciò, se si immagina una società, che la natura o la sua costituzione abbiano organizzata in modo da sopportare l'azione transitoria delle cattive leggi, e che, pertanto, possa aspettare senza perire i risultati della tendenza generale delle leggi medesime, si comprende come il regime democratico, malgrado i suoi difetti, sia sempre quello che più di tutti gli altri fa prosperare questa società. E' appunto ciò che accade negli Stati Uniti: dirò ancora una volta che il grande privilegio degli americani è di poter fare errori riparabili.
(...)
E si deve rilevare, inoltre, che in regime democratico, se è vero che un funzionario può far l'uso peggior del suo potere, è vero anche che può farlo per un tempo assai minore che non in un altro regime."

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