domenica 1 febbraio 2009

Quiet living


"Delle cattedre della virtù

Si magnificava a Zarathustra un saggio, il quale sapeva parlare bene del sonno e della virtù: perciò egli era molto onorato e ben remunerato, e tutti i ragazzi sedevano davanti alla sua cattedra. Da lui si recò Zarathustra e con tutti i ragazzi si sedette davanti alla sua cattedra. E così parlò il saggio:

Onoriamo e trattiamo con pudore il sonno! Questa è la prima cosa! Lungi da tutti coloro che dormono male e stanno svegli la notte!
Anche il ladro è pudico di fronte al sonno: egli scompare sempre furtivo e leggero nella notte. Sfacciato è invece il guardiano notturno, che senza pudore si porta appresso il suo corno.
Dormire non è un' arte da poco: a tal fine è necessario stare svegli tutto il giorno.
Dieci volte al giorno devi superare te stesso; ciò comporta una buona stanchezza ed è un papavero per l'anima.
Dieci volte al giorno devi riconciliarti con te stesso; poichè il superuomo è amarezza, e dorme male chi non si è riconciliato con se stesso.
Dieci verità al giorno devi trovare; altrimenti vai cercando la verità anche di notte, e la tua anima è rimasta affamata.
Dieci volte al giorno devi ridere ed essere allegro; altrimenti di notte ti disturba lo stomaco, che è il padre di ogni travaglio.
Poichè lo sanno: ma bisogna avere tutte le virtù per dormire bene. Testimonierò il falso? Commetterò adulterio?
E anche se si hanno tutte le virtù, bisogna saper fare ancora una cosa: al momento giusto, mandare a dormire perfino le virtù.
Che non litighino fra loro, le buone donnette! E sulla tua testa, disgraziato!
Pace con dio e col vicino, questo ci vuole per un buon sonno. E pace anche col diavolo del vicino. Altrimenti la notte ti girerà attorno!
Onore all'autorità e all' ubbidienza, e anche all' autorità sbilenca. Così vuole il buon sonno. Cosa posso farci se il potere cammina volentieri su gambe sbilenche?
Per me il miglior pastore è sempre colui che porta la sua pecora verso il prato più verde: ciò si accorda con un buon sonno.
Io non voglio molti onori, nè grandi tesori: questo infiamma la milza. Ma si dorme male senza un buon nome e un piccolo tesoro.
Una piccola compagnia mi è più gradita di una cattiva: tuttavia deve andare e venire a tempo debito.
Mi piacciono molto anche i poveri di spirito: essi conciliano il sonno. Essi sono beati, in particolare quando si dà loro ragione.
Così trascorre la giornata del virtuoso. Quando viene la notte, mi guardo bene dal chiamare il sonno. Non vuole essere chiamato il sonno, che è il signore delle virtù!
Ripenso invece a ciò che ho fatto e pensato durante il giorno. Ruminando paziente come una mucca, domando a me stesso: quali sono stati allora i tuoi dieci superamenti?
E quali le dieci riconciliazioni e le dieci virtù e le dieci risate di cui il mio cuore ha goduto?
Riflettendo su tali cose e cullato da quaranta pensieri, tutto d'un colpo mi coglie il sonno, non chiamato, lui, il signore delle virtù.
Il sonno bussa ai miei occhi: ed essi si fanno pesanti. Il sonno mi tasta la bocca: ed essa rimane aperta.
Veramente, con passo lieve giunge a me, lui, il più caro dei ladri, e mi ruba i miei pensieri, io me ne sto istupidito come questa cattedra.
Ma non rimango così molto a lungo: ecco che sono già sdraiato.

Quando Zarathustra ebbe sentito quel saggio parlare così, rise nel profondo del cuore: perchè in lui era sorta una luce. E così parlo al suo cuore:
Un buffone è per me questo saggio! Un tale sonno è contagioso, trasmette anche attraverso un muro spesso il suo contagio.
Perfino intorno alla sua cattedra indugia un incantesimo. E i ragazzi non sedettero invano davanti al predicatore della virtù.
La sua saggezza prescrive: stare svegli, per dormire bene. E davvero, se la vita non avesse senso e io dovessi scegliere un'assurdità, questa sarebbe per me l'assurdità degna di essere scelta.
Ora capisco chiaramente che cosa si cercava innanzitutto una volta, quando si andava in cerca di maestri della virtù. Si cercava un buon sonno e, a tal fine, virtù papaveracee.
Per tutti questi acclamati saggi cattedratici la saggezza era il sonno senza sogni: essi non conoscevano un senso migliore della vita.
E ancora oggi ve ne sono alcuni come questo predicatore della virtù, e non sempre così onesti: ma il loro tempo è finito. E non si reggeranno in piedi ancora a lungo: ecco, saranno già distesi.
Beati gli assonnati: perchè presto si appisoleranno.

Così parlo Zarathustra."

da "Così parlo Zarathustra", di Friedrich Nietzsche

3 commenti:

  1. ...wow...bellissimo brano. "stare svegli per dormire bene"...me lo tengo tra i preferiti:)

    Albey

    RispondiElimina
  2. Sono contento che ti sia piaciuto, Beyo! ;o)
    Era da tempo che volevo postare questo brano, davvero uno dei più belli di "Così parlò Zarathustra", Nietzsche è sempre uno spettacolo!
    E poi è roba attualissima: sono davvero troppi i filosofi che predicano l'esercizio della virtù finalizzato al sonno sereno...

    RispondiElimina
  3. io mi dovrei fare una cultura a riguardo...o non mi impegno molto mentre leggo o so proprio scema che mi risulta difficile comprendere il significato di questi tuoi post... Io l'ho sempre detto che sei strano...ma ora ne sono proprio convinta!!!!Mamma mia...no se capisce niente!!! Questo tipo con un nome difficile che sembra una parolaccia... Nietz e qualcosa... chi era? Filosofo? Psicologo??? Mah...Secondo me è solo nu pacciu....

    RispondiElimina