giovedì 2 luglio 2009

BAR SPORT

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Ci sono bar e bar ma il Bar Sport è qualcosa di più. Lo sa bene Stefano benni che alla fatidica insegna, alta come una bandiera nell'immaginario nazionale, ha dedicato un libro diventato ormai un classico dell'umorismo.
Seguendo il ritmo infallibile dell'apertura e della chiusura, dei campionati di calcio e, perchè no?, delle stagioni, Benni ha scritto la sua commedia umana, il suo catalogo di "eroi" ormai coronati dalla stralunata aureola del mito:

lo sparaballe e il professore, il tennico e il carabiniere, il ragioniere innamorato e la cassiera dalle grandi poppe, il leggendario calciatore dal tiro portentoso e il lavapiatti che sogna di diventare cameriere. Sullo sfondo un interno di mite squallore, dove fanno scena il flipper, il telefono a gettoni e la proverbiale Luisona, la brioche condannata a un'esposizione perenne in perenne attesa del suo consumatore. E' una brigata di irresistibili compagni di ventura quella che ci viene incontro a chiedere spazio nella memoria, nell'immaginazione.

IL PLAYBOY DA BAR

"Per prima cosa bisogna tener presente che non lo troverete tutte le sere: il playboy va al bar una sera sì e una sera no. Questo per il fatto che deve raccontare agli amici, il venerdì sera, l'avventura del giovedì sera, e così via.
Uno dei momenti più drammatici per il playboy è quando entra nel bar e dice "Ragazzi, adesso vi racconto cosa mi è successo ieri sera al Flamengo di Modena" e si sente dire: "Ma se ieri sera eri qui a vedere la partita!". Allora il playboy consulta il calendario e scopre di aver sbagliato di un giorno, e per salvare la faccia deve correggersi: "Volevo dire stamattina al Flamengo di Modena", e insiste per convincere tutti che a Modena è di moda dare party a base di cappuccini dalle otto a mezzogiorno.
Un playboy astuto, comunque, non incorre in questi errori. Resta chiuso in casa il giorno prima, oppure va al cinema con una barba finta a Firenze, e la sera dopo si spettina, si passa un sughero bruciato sotto gli occhi, entra nel bar e crolla su una sedia. "Ragazzo, un Vov", chiama, e comincia a raccontare.
E' naturale che quasi sempre il playboy da bar racconti delle balle. Ma se riesce a raccontarle con stile, avrà ugualmente l'approvazione di tutti. Molto spesso il playboy si autosuggestiona a tal punto, che resta invischiato nel suo racconto fino alle estreme conseguenze: i manicomi sono pieni di playboy impazziti in questo modo. Capita anche talvolta che il playboy vada veramente a donne: allora il discorso si fa molto più interessante. Diamo di seguito un esempio di una serata di playboy da bar così com'è realmente avvenuta, e com'è stata poi raccontata.

I fatti: Alle 9 di sera piove che Dio la manda. Il playboy Renzo, del bar Antonio, si trova con due fratelli napoletani benzinai dell'Agip, i Di Bella, e con Formaggino, fattorino del salumiere. Si decide di salire sulla Giulietta sprint gialla dei Di Bella e di puntare verso il Tico-Tico di Castel San Pietro. I quattro dispongono in totale di lire quattromilacinquecento, marlboro in numero di dieci e un terzo del serbatoio di benzina. Si parte stretti come acciughe in un concerto di peti orrendi, nei quali si distingue il maggiore dei Di Bella che prima di ogni flatulenza urla "Sentite questa!". Si va ai quaranta per risparmiare benzina e perchè il tergicristallo non funziona. Si arriva al Tico-Tico a mezzanotte.

Versione di Renzo: Eravamo in piscina, che si parlava del più e del meno. C'ero io, i fratelli Di Bella, ramo petroli, e Formaggino, che ha una ditta di trasporti alimentari. Parlavamo di St. Tropez, che è diventata un carnaio, e non ci si può più andare. Allora, fa Di Bella junior, perchè non si fa una puntata a Chateau-St. Peter, dove c'è un localino nuovo? Perchè no, diciamo noi, e saliamo sul coupè dei Di Bella, che fa i duecento in terza. Dentro c'era un impianto stereo, con mangianastri, che non ce l'ha neanche la Rai. Di Bella senior ogni tanto faceva: "Sentite questa" e metteva su delle canzoni bellissime, tutte cose di prima, modernissime, inglesi; insomma, in dieci minuti alla media dei 240 siamo davanti al Tico-Tico.

I fatti: il biglietto del Tico-Tico costa millecinquecento lire. I quattro si palesano all'entrata e Renzo dice: "Sono amico del batterista". La maschera risponde "E chi se ne frega". Di Bella junior dice: "Entriamo un momento a vedere se c'è mia mamma, sono rimasto senza chiavi di casa". La maschera non becca. Allora si acquistano tre biglietti. "Ma voi siete in quattro," dice la maschera. "Il bimbo non paga," fanno i Di Bella , e indicano Formaggino. "Quanti anni hai?" chiede la maschera. "Sei," risponde formaggino. "Ma ha la barba," dice la maschera. "Non è barba, è muffa. E' molto malato," replica pronto Di Bella sr. La maschera è interdetta. Allora Formaggino sfodera un numero da maestro: si mette a piangere e si piscia addosso davanti alla cassa. La maschera, convinta, sta già staccando il biglietto, quando passa una bionda modello Benetti con minishort rossi e calza nera. Formaggino la avvicina e la tasta a due mani per quindici secondi. La maschera lo caccia via. Formaggino sale sul tetto di una macchina, si arrampica su un albero, scavalca un muro e si ritrova nel cortile della caserma dei carabinieri. Ha sbagliato direzione. Riesce a entrare solo all'una e mezzo sfondando una siepe a testate.

Versione: Appena davanti al Tico-Tico il maitre mi fa: "Ma lei non è Renzo il playboy?". "Così si dice," dico io. Allora ci fa entrare tutti gratis, meno Formaggino perchè non aveva lo smoking. Sapete come sono in certi posti. Allora Formaggino sale in macchina e in venti minuti è andato e tornato, e si presenta in smoking al nostro tavolo.

I fatti: Naturalmente non c'è posto a sedere. I quattro vengono sistemati su uno strapuntino con la faccia contro il muro. Di Bella jr. è sotto la batteria, e ogni tanto prende una bacchettata in testa. Renzo accavalla le gambe e manda in aria un tavolino con quattro amarene. Poi cerca di chiamare il cameriere schioccando le dita ma non viene notato. Comincia a battere insieme due bicchieri. Niente. Sale sul tavolo e si mette a battere le mani. Niente. Allora Formaggino si alza, prende il cameriere per la giacca e mentre questi si dibatte lo trascina per terra fino al tavolo. Di Bella jr. ordina una coca-cola con whisky e peperonata. Di Bella sr. un gelato al fernet. Formaggino una spuma, Renzo un Daiquiri. Il cameriere gli risponde: "Non facciamo servizio di ristorante". Renzo fa: "Il daiquiri è un cocktail". Il cameriere fa "Alcolici sovrapprezzo di 500 lire" e Renzo ordina una Fiuggi.

Versione: Il maitre ci porta al tavolo migliore. Io schiocco le dita e arrivano quattro camerieri. Uno mi fa: "Ma lei, non l'ho già vista allo Sporting di Montecarlo?". "Può essere," faccio io. "Ma sì, era con la principessa..." "Zitto," gli dico, "per carità, non faccia sapere in giro", e lo allontano. Poi ordino quattro Daiquiri. "A che temperatura," mi chiede il barman. "Zero assoluto,"dico io. E lui: "Lei sì che se ne intende".

I fatti: Di Bella senior va a pasturare, cioè fa un giro tra i tavoli per vedere se c'è del buono. Renzo adocchia un tavolo buio d'angolo con due donne sole. Di Bella junior si sgancia e invita a ballare quella di destra, che a centro pista si rivela una canuta sessantenne, con occhiali, alta un metro e mezzo. "Hai visto?" fa Renzo a Formaggino, "Di Bella s'è beccato la tardona, e adesso io mi becco la giovane." Si palesa al tavolo e chiede: "Balliamo?". "Sì,"gli fa una voce flautata. Renzo l'accompagna per mano in pista e si ritrova a ballare con una bimba di otto anni con un enorme apparecchio nei denti. L'orchestra attacca un tango. "Cosa fai nella vita?" fa Renzo ballando tutto gobbo. "La quarta elementare." "Ti piace il tango?" "No, vengo a ballare solo per tenere compagnia alla nonna." A questo punto Renzo viene colto da un tremendo mal di schiena, ma continua stoicamente a ballare piegato verso il basso. Il tango dura trentadue minuti. Segue una di quelle belle ciarde che finiscono con il trenino tra i tavoli. "Questo mi piace," fa la bimba, e lo spinge per vari chilometri. Poi gli fa fare anche un cancan e un charleston. Il giro chiude alle due e mezzo. Renzo torna al tavolo facendo cadere dalla fronte pere spadone di sudore, e perde conoscenza.

Versione: Vediamo un tavolo con due donne stupende. Di Bella ne invita una: è un'americana, un po' matura, miliardiaria, molto di classe. Un superbo esemplare. Io invito l'altra. E' una diciottenne, perversa, con un sorriso da cinema. "Cosa fai nella vita?" le chiedo. "L'indossatrice," mi fa. "Ti piace il tango?" "Sì," dice lei guardandomi negli occhi, "specialmente se è l'ultimo." Capito, ragazzi! Io mi sento bollire il sangue,la abbranco e lei mi stringe così forte che con le unghie mi porta via dei quadrettoni di Galles dalla schiena. Balliamo avvinghiati per ore: quando la riaccompagno al tavolo mi sviene tra le braccia.

I fatti: quando Renzo rinviene, vede Di Bella che è tornato dal suo giro di perlustrazione portando sette amici, naturalmente tutti uomini. Al riprendere della musica, tutti e undici schizzano come pallottole. C'è un momento di panico, con coppie che si scontrano nella corsa alla pista. Quando la confusione si dirada, sono tutti in piedi come meloni tra i tavoli della sala, meno Formaggino e Di Bella jr. che nella fretta del momento si trovano a ballare insieme. E' rimasta solo una donna, piuttosto vistosa, con due braccia come polpettoni. Uno alla volta, tutti si presentano al suo tavolo e ricevono chi uno sputo, chi una scarpata, chi un bicchiere di minerale in faccia. Per ultimo si presenta Renzo, la squadra e fa: " A me non può dire di no. io non sono come loro". La donna lo guarda e fa: "'E' vero. In effetti direi che sei messo peggio", e va al gabinetto. Intanto l'orchestra attacca una mazurca e la bimba con la protesi dentaria si mette a inseguire Renzo tra i tavoli urlando: "Vieni a ballare con me!".


Versione: Quando torno al tavolo, Di Bella ha rimorchiato sette stangone di un balletto inglese, una più bella dell'altra. Quando attacca la musica, tutte e sette mi saltano addosso gridando: "Dance with me, dance with me, Renzo". Ma io ho adocchiato una bruna che tutta la sera sta rifiutando inviti. Mi piacciono le conquiste difficili. "Vado a domare una tigre," dico agli amici, e parto. La affronto e dico: "Senti, tu puoi fare la difficile con gli altri, ma non con me. Guardami negli occhi". Lei protesta, ma poi cede, mi guarda e fa "Tu sei quello che aspettavo" e nel dir ciò si bagna un po', e insomma dice: "Aspettami, tesoro" e fa un salto nella toeletta. Intanto la diciottenne, però, comincia a inseguirmi urlando: "Non tradirmi, Renzo. Resta con me o mi ammazzo".

I fatti: Renzo riesce a raggiungere il suo tavolo. Intanto i sette amici dei Di Bella hanno mangiato nove panettoni e bevuto venti bottiglie di giovesello, poi se la sono squagliata lasciando tutto da pagare. Renzo viene accerchiato dai camerieri, ma riesce a fuggire arrampicandosi lungo un tralcio d'edera. Intanto la nonna della bimba ha chiamato un carabiniere dicendo che un individuo molesta la sua nipotina. I due Di Bella fuggono con le tasche piene di gelati. In strada, per fortuna, c'è formaggino con la Giulietta già pronta a scattare. Renzo riesce a balzare dal muro del dancing sul tetto della macchina lanciata ai centoventi. Fa tutta l'autostrada sotto la neve aggrappato con le unghie alla capote: al casello d'uscita è assolutamente invisibile, coperto da una bianca coltre. Viene trovato e riaccompagnato a casa, congelato, solo tre giorni dopo, quando i Di Bella montano il portasci.

Versione: A questo punto me la vedo brutta. Urlo: "Champagne per tutti, sopratutto per le mie donne. Consolatevi!", butto in aria un pacco da diecimila e mentre tutti lottano per impossessarsene, scavalco il muro con un salto, balzo al volante del coupè e in dieci minuti sono al Sestriere, dove la mattina dopo avevo un appuntamento con una svedese. Che seratina, ragazzi!"

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