venerdì 3 luglio 2009

Green Economy

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"Un handicap (...) per le fonti rinnovabili è che spesso richiedono finanziamenti a lungo termine. La crisi bancaria ha reso gli investitori ossessivamente prudenti; trovare fondi per progetti decennali è diventato molto più difficile.
I benefici della decrescita per l'ambiente appaiono allora sotto una luce ben diversa: si scopre che sono del tutto effimeri. Una battuta d'arresto nella produzione di smog fa piacere, sopratutto a noi abitanti di Pechino. Ma se l'impatto più profondo e durevole della Grande Recessione è quello di deprimere il settore delle energie rinnovabili, allora la decrescita si rivelerà una maledizione per l'ambiente. Quando ripartirà - perchè ripartirà in qualche modo - lo sviluppo economico avrà gli stessi difetti di prima, se nel frattempo gli investimenti verdi saranno stati trascurati."

"(In Cina, ndr) Resta aperta anche l'opzione del "carbone pulito", cioè i progetti che puntano a catturare e sotterrare le emissioni di CO2; ve ne sono in cantiere sia con aziende italiane che scandinave e giapponesi. Finora il "carbone pulito" è stato rallentato dai costi elevati di queste tecnologie. Ma i leader cinesi sembrano orientati davvero a sfruttare le opportunità create dalla recessione, per operare dei cambiamenti che in passato non sono stati possibili. Fino al 2008 l'aumento esponenziale dei consumi di elettricità ha costretto la Cina ad aprire in media due nuove centrali a settimana: una folle corsa che non consentiva tregue e relegava in secondi piano la tutela dell'ambiente. Con la crisi e il rallentamento dei consumi energetici, si può creare un margine di manovra per cambiare il modello di sviluppo cinese."
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da "Le dieci cose che non saranno più le stesse" di Federico Rampini

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