
da "La Repubblica" dell' 8/7/2009 (di Gabriele Romagnoli)
Un uomo soltanto. Un minuto appena. E l' indice Mib 30 fu sollevato dell' 1,73%. Non ci guadagnò nessuno tranne lui. Stava a Londra, spostò con una spallata la Borsa di Milano, entrò, uscì, guadagnò due miliardi di vecchie lire. In sessanta secondi. Come infilarsi guidando la moto in autostrada nella fessura tra due camion allineati in corsie parallele.
Dicevano avesse fatto il broker per cercare adrenalina. La trovò. Poi fu condannato, tra i primi in Italia, per aggiotaggio. Era l' ultimo venerdì d' agosto del 1997, sul calendario c' era il numero 29. Governava Prodi (per un po' ancora), superministro dell' Economia era Ciampi, che proprio in quella data commentò con soddisfazionei dati Istat del secondo trimestre: segnalavano un possibile tasso di crescita dell' 1,2%.
La scelta di quel giorno per la "spallata" fu strategica. Era l' ultimo di contrattazioni della settimana, del mese, della stagione di ferie. Il lunedì successivo, in America, era festa nazionale e Wall Street non avrebbe aperto. Un limbo. Una bolla. Per renderla ancora più impalpabile scelse l' ultimo minuto, il giro finale prima della campana, il momento in cui i suoi colleghi toglievano la giacca dalla spalliera della scrivania, la testa già voltata, il pensiero al dopo, alla serata, al week end, alla ripresa d' autunno.
Entrò in azione poco prima delle 16 e 59. Piazzò l' ordine da un telefono della Merryl Linch di Londra, dove lavorava. Chiamò l' Euromobiliare di Milano e "fece la spesa": ordinò quelli che in gergo borsistico erano definiti "200 basket di titoli del Mib 30". Controvalore: 40 miliardi di lire. La Borsa era stata fiacca tutto il giorno. L' indice di Piazza Affari segnava -0,3%, il Mib 30 ristagnava a 21000, indice negativo. Gli scambi, già limitati, si erano ridotti con il passar delle ore, dei minuti.
Alle 16 e 59 il mercato era una pozzanghera, un encefalogramma piatto. Quell' ordine da Londra fu come la puntura di adrenalina nel cuore che, in Pulp Fiction, John Travolta fa a Uma Thurman, svegliandola dal coma. Se Piazza Affari fosse stato il solito mare agitato l' acquisto avrebbe fatto spuma sull' onda, ma nella pozzanghera dell' ultimo minuto dell' ultimo giorno dell' ultima settimana di vacanze sollevò un piccolo tsunami. Trascinò in positivo tutti gli indici: Piazza Affari salì a + 1,2 in un battito di ciglia, il Mib 30 seguì a ruota. I broker si girarono di scatto, la giacca infilata in una sola manica, videro l' effetto, non capirono la causa, ma soprattutto non fecero in tempo a concepire la reazione: il mercato aveva già chiuso.
Se ne riparlava lunedì, in Europa, martedì in America. Se ne andarono con un leggero stordimento, come se qualcuno, al fondo dell' innocente succo di frutta che stavano bevendo, ma proprio al fondo, avesse aggiunto, mentre erano distratti, due gocce di una qualche sostanza proibita. Il lunedì successivo, all' apertura dei mercati, per prima cosa qualcuno a Londra rivendette i futures che aveva comprato nel pomeriggio di quel venerdì. Lucrò sulla differenza. E guadagnò due miliardi di lire. In un minuto. Aveva spostato il mercato da solo: il suo ordine d' acquisto il quel minuto rappresentò l' 85% del volume di scambi.
Dalle 16 e 59 alle 17 la Borsa era stata lui, Gian Marco Mensi, trader di successo, uomo a caccia di adrenalina. Quel sussulto non passò inosservato. Sessanta secondi anomali finirono sotto la lente della Consob che, almeno in quella occasione, guardò attentamente, seguì la scia sismica da Milano a Londra alla scrivania di Mensi. Ricostruì le sue mosse, ne valutò la legittimità: in fondo, obiettò la sua difesa, è lecito comprare titoli, anche in gran quantità e all' improvviso. Il giudice fu di avviso diverso. Scrisse nella sentenza di condanna, emessa nel 2002 (e confermata in appello e cassazione), la prima in Italia per quel reato: «L' artificio utilizzato dal Mensi era il c.d. marking the close, consistente nella conclusione di contratti nella fase finale della seduta borsistica in modo da far segnare un last price elevato, tale da fuorviare gli altri investitori, con l' intenzione di rivendere alla riapertura della seduta i titoli acquistati al più presto possibile, prima che gli altri operatori di borsa potessero mettere in atto una strategia adeguata». Si era infilato tra i due camion allineati a velocità contenuta e gli era schizzato davanti. Adrenalina pura. Quando ne videro il riflesso nel retrovisore era già lontano, con due miliardi di lire in tasca. Lo ha raggiunto, lenta ma inesorabile, una pattuglia della stradale.
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