giovedì 2 luglio 2009

I nodi al pettine

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"E' stata parzialmente mantenuta (...) la promessa fatta ai consumatori. Almeno nella fase iniziale delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni. Lo smantellamento di vecchi dinosauri burocratici di Stato ha consentito dei miglioramenti di efficienza e qualità del servizio.
I non più giovanissimi ricorderanno l'epoca in cui in Italia per avere l'allacciamento di una linea del telefono a casa c'erano liste d'attesa di molti mesi, e chi poteva cercava di farsi raccomandare da un sottosegretario alle Poste per accorciare i tempi. La concorrenza ha portato dei benefici indiscutibili anche in altri settori, come la riduzione dei costi del trasporto aereo. Sembrava la quadratura del cerchio: con la "creazione di valore" si facevano contenti quasi tutti. I risparmiatori si arricchivano. La crescita economica creava più opportunità. Il consumatore aveva più scelta a minor prezzo.
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Sul finire degli anni Novanta però venivano al pettine alcuni nodi. Dopo le prime liberalizzazioni, si stavano ricostituendo degli oligopoli, dalla telefonia alle utilities, e le grandi aziende private, non appena raggiunta una posizione semimonopolista, ricadevano nei vizi tipici degli antichi dinosauri burocratici.
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La stessa ideologia della "creazione di valore" (azionario) ha contribuito al tradimento del consumatore. Quando mai si è visto cacciare un amministratore delegato solo perchè i consumatori o gli utenti erano insoddisfatti? Certo, in linea di principio contro i prodotti scadenti e i disservizi esiste una sanzione del mercato: i consumatori disertano l'azienda mal gestita a favore di un'altra, e i conti dell'azienda così punita ne risentono inevitabilmente con una caduta dei profitti. Ma il giudizio del mercato in realtà può esercitarsi solo quando esiste una vera scelta per i consumatori. Spesso invece - in America come in Europa - con il ricostituirsi degli oligopoli privati abbiamo assistito a un diffuso peggioramento di qualità che ha abbassato il livello generale. Se tutte le compagnie aeree che operano su certe rotte risparmiano sul livello di confort o sulle prestazioni offerte a bordo, la libertà di scelta del consumatore è una farsa. Inoltre si è dimostrato che la scorciatoia più efficace per "creare valore" in Borsa è quella di ridurre i costi tagliando gli organici. E' molto più semplice e veloce licenziare, rispetto alla fatica prolungata, alla fantasia, all'abnegazione e allo spirito di servizio che occorre dispiegare per ottenere una durevole soddisfazione dei clienti.
Il caso estremo è il private equity, quegli speciali fondi d' investimento che comprano un'azienda per fare solitamente tre cose: usare i suoi profitti industriali per pagare i debiti necessari alla scalata; licenziare per ridurre i costi; smembrare l'azienda e venderne i diversi pezzi. In questo caso è palese che la creazione di valore in Borsa (di cui si appropriano i signori del private equity) equivale a una distruzione di ricchezza per l'economia reale e per la collettività."

da "Le dieci cose che non saranno più le stesse" di Federico Rampini

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